La diatermocoagulazione – anche nota come elettrocoagulazione – è una particolare tecnica, impiegata in ambito dermatologico per asportare piccole porzioni di tessuto epidermico, allo scopo di trattare e risolvere alcuni tipi di affezioni e disturbi cutanei.

Più nel dettaglio, in dermatologia questa tecnica viene impiegata per il trattamento e/o la rimozione di:

  • Verruche di vario tipo
  • Fibromi penduli
  • Nei
  • Alcuni tipi di angiomi stellati
  • Angiomi rubini
  • Cheratosi seborroica o attinica
  • Capillari venosi ecstatici

La diatermocoagulazione si effettua impiegando uno strumento (il diatermocoagulatore) che genera una corrente elettrica ad alta frequenza e ad impulsi, grazie alla quale è in grado di tagliare e coagulare i tessuti superficiali cutanei.

Vista la sua modalità d’azione, tale strumento lo si può definire come un vero e proprio elettrobisturi.

La corrente elettrica prodotta dal diatermocoagulatore si concentra su un catodo di piccole dimensioni, che viene messo in contatto con la parte che deve essere trattata; mentre l’anodo (di dimensioni maggiori) viene posizionato in un’altra area del corpo, in modo tale da permettere alla corrente di scorrere.

La frequenza, l’intensità e la pulsazione della corrente elettrica possono essere modificate dal medico in funzione dell’affezione che si deve trattare e a seconda che si voglia eseguire un taglio oppure una coagulazione.

Dopo l’intervento, il medico applicherà adeguate medicazioni sulle aree trattate, che poi si ricopriranno di croste di colore scuro.

Durante il periodo di guarigione, è molto importante non forzare in alcun modo il distacco delle croste, che dovranno, invece, cadere spontaneamente (generalmente, ciò si verifica nell’arco di una o due settimane).

Per favorire la guarigione e scongiurare la comparsa di eventuali complicazioni, inoltre, è bene evitare l’esposizione al sole e ai raggi UV ed evitare di sfregare o comunque “traumatizzare” le aree che sono state trattate.

La diatermocoagulazione, come qualsiasi altro intervento, presenta una serie di controindicazioni. Più precisamente, essa non dovrebbe essere effettuata nei seguenti casi:

  • In pazienti portatori di peacemaker o altri apparecchi elettronici impiantati;
  • In pazienti affetti da patologie cardiache gravi e/o disturbi della coagulazione;
  • In pazienti in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici;
  • In pazienti con infezioni cutanee in atto;
  • In pazienti affetti da patologie neoplastiche (tumori) in stadio avanzato;
  • In pazienti affetti da cirrosi epatica;

Sulle ferite cutanee.