A cura del Dott. Pierluigi Giordano

Con il passare degli anni la qualità della matrice di sostegno del derma tende a modificarsi, la quantità d’acqua endogena diminuisce e le fibre dermiche tendono ad atrofizzarsi.

L’invecchiamento cutaneo non procede in maniera uniforme e regolare ma varia moltissimo in relazione alle zone del corpo che possono essere più esposte, all’azione del tempo, del clima e dei raggi UV naturali o artificiali. Viceversa, le parti del corpo che solitamente copriamo invecchiano più lentamente.

Ecco dunque che la cosmetologia nella sua funzione protettiva può rallentare l’invecchiamento.

Da quanto detto si evince come il viso sia la parte del corpo elettiva nello studio dell’invecchiamento cutaneo e dei rimedi che possono essere utilizzati per rallentarlo e/o limitarne gli effetti visibili.

La pelle del viso dunque è la parte del nostro corpo più coinvolta nell’invecchiamento cutaneo per via di una serie di fattori concomitanti che agiscono sommandosi gli uni agli altri:

  • È la parte più esposta ai fenomeni climatici, atmosferici e ambientali (caldo, freddo, vento, pioggia, sole, polveri, inquinamento).
  • È soggetta alla contrazione dei muscoli pellicciai che esternano emozioni e stati d’animo, fenomeno indispensabile per comunicare al meglio.
  • Per gli uomini, è la zona quotidianamente sollecitata e stressata dal rasoio.

 

Distinguiamo fondamentalmente due tipi di invecchiamento:

  • l’invecchiamento intrinseco, o cronologico, o cronoinvecchiamento (aging)
  • L’invecchiamento estrinseco, o fotoindotto (photoaging)

 

Nell’invecchiamento intrinseco, ovvero nel cronoinvecchiamento, è evidente il danno definito replicativo, legato alla mitosi cellulare che nei tessuti epidermici è molto attiva, soprattutto durante la notte.

Inizia normalmente intorno ai 25 anni ed è caratterizzato da modificazioni significative funzionali e anatomiche, ovvero a livello fisiologico e istologico, sia nelle aree della cute esposte sia in quelle protette.

All’interno della pelle la produzione di collagene rallenta e l’elastina, la sostanza che consente alla pelle di estendersi, inizia a perdere dinamicità.

Inoltre, alcuni enzimi proteolitici iniziano lentamente a degradare la matrice di sostegno del derma.

Nel cronoinvecchiamento è fondamentale il ruolo degli ormoni, visto che con la menopausa accade di frequente che la pelle perda spessore e densità a seguito di un decremento delle quantità di collagene e di acqua presenti.

A ciò si aggiunge un rallentamento generalizzato di tutte le funzioni (eliminazione delle sostanze chimiche e di scarto dal derma, termoregolazione, funzionalità delle ghiandole sudoripare e sebacee, cicatrizzazione di tagli e ferite, sintesi della vitamina D).

 

I principali segni dell’invecchiamento intrinseco sono:

 

  • Rughe più o meno marcate
  • Pelle sottile, lassa e trasparente
  • Colorito spento sul grigio-giallastro
  • Perdita del grasso sottocutaneo, che porta a guance scavate e occhiaie
  • Macchie solari (discromie)
  • Atrofia del tessuto adiposo
  • Modificazione cromatica della cute
  • Lesioni precancerose e cancerose

 

L’invecchiamento estrinseco, principalmente causato dai raggi UV e IR, non è legato all’età che avanza ma ad alcuni fattori esterni che spesso agiscono insieme al normale processo di invecchiamento cutaneo.

Gran parte dell’invecchiamento precoce della pelle è causato dall’esposizione ai raggi solari.

Altri fattori esterni sono le ripetute espressioni facciali, la forza di gravità, le posizioni che si assumono mentre si dorme, l’inquinamento ambientale, le malattie, alcuni farmaci, le sostanze tossiche, le polveri sottili, gli agenti atmosferici e il fumo.

Le zone più colpite sono viso, collo, décolleté e mani.

Questa funesta miscela di concause provoca infiammazione e produzione di radicali liberi.

Dal punto di vista clinico i segni più evidenti sono:

  • Acantosi accentuata della pelle (ispessimento dello strato germinativo dell’epidermide)
  • Macchie solari (discromie)
  • Modificazioni cromatiche della cute
  • Rughe di diversa profondità
  • Lesioni precancerose e cancerose
  • Elastosi causata dal degradarsi delle fibre elastiche e del loro attorcigliamento

 

Risulta quindi chiara l’importanza di una buona protezione solare. È stato visto, infatti, che soltanto pochi minuti di esposizione ciascun giorno per qualche anno possono provocare cambiamenti visibili nella pelle.

Lentiggini, macchie senili, capillari sul viso, pelle ruvida e coriacea, pelle flaccida, chetatosi attinica e cancro della pelle possono essere ricondotti all’esposizione al sole.

Le persone con pelle chiara, che si espongono al sole per parecchio tempo, sviluppano più segni di fotoinvecchiamento rispetto a quelle con pelle scura.

Nelle pelli più scure, i segni del fotoinvecchiamento sono in genere limitati a piccole rughe e a una carnagione screziata.

Il fotoinvecchiamento si verifica dopo un periodo di qualche anno.

Con la ripetuta esposizione al sole, la pelle perde la capacità di riparare sé stessa e il danno si accumula.

Studi scientifici hanno dimostrato che la continua esposizione ai raggi ultravioletti rompe le fibre di collagene e compromette la sintesi di nuovo collagene. Il sole compromette anche l’elastina: la pelle, indebolita, smette di rigenerarsi molto prima della pelle protetta dai raggi UV e rimane atonica, rugosa e poco elastica.

Le persone che vivono in aree intensamente assolate per la maggior parte dell’anno possono mostrare segni di fotoinvecchiamento già dopo i 20 anni di età, con un aumento dei casi di cancro della pelle e di cheratosi attinica.

 

Cosmetici anti-age

 

Alla luce di questi eventi dermatologici l’industria cosmetica utilizza ingredienti mirati, sia per prevenire sia per trattare i segni dell’invecchiamento cutaneo.

Nella formulazione di cosmetici anti-age risultano quindi importantissimi i filtri solari, in particolare quelli in grado di contrastare i raggi UVA che, a differenza degli UVB, sono maggiormente penetranti e danneggiano le strutture di sostegno dermico con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.

Risulta perciò prioritario un approccio preventivo nei confronti dei suddetti raggi, facendo quindi attenzione che nei prodotti da giorno siano inseriti ingredienti protettivi, o di tipo fisico ad azione schermante (ossido di zinco e biossido di titanio micronizzati), o di tipo chimico ad azione filtrante.

In seconda battuta, molto efficaci risultano gli ingredienti ad azione antiossidante e antiradicalica, nonché gli idratanti e gli emollienti.

Per quanto riguarda gli antiradicalici, oltre alle vitamine, quali la A, la C e la E, si stanno dimostrando utili diversi estratti vegetali ricchi di flavonoidi, polifenoli e altre sostanze in grado di contrastare l’invecchiamento cutaneo.

Tra questi citiamo gli estratti di tè verde, di gingko, di uva e di rosmarino.

Altre sostanze anti-age di origine naturale di cui si stanno evidenziando le performance sono l’acido alfa-lipoico, che possiede una fortissima attività di antiradicali liberi, e i PHA (poli-idrossiacidi) ad attività levigante e idratante.

Queste molecole simili agli idrossiacidi svolgono un’azione più delicata rispetto all’acido glicemico.

L’axastantina (carotene), il licopene del pomodoro, il resveratrolo dell’uva e del vino rosso, le cortecce del pino marittimo sono altre sostanze naturali che stanno prendendo sempre più piede; tra le piante che meritano una menzione per le spiccate qualità, vi sono la lavanda (azione antisettica) e il mirtillo (contribuisce a mantenere trofici i vasi e i capillari che, con il passare degli anni tendono a perdere tonicità e di conseguenza a ridurre la loro portata benefica).